Evento collaterale della Biennale europea d’arte contemporanea Manifesta 12
Progetto Radice Eterna
L’Associazione Culturale Radiceterna Arte e Ambiente, in collaborazione con il Sistema Museale di Ateneo (SiMuA), è lieta di presentare
la personale dell’artista Björn Braun, terzo appuntamento del progetto Radiceterna Biblioteca Arte Ambiente, all’interno del Calidarium
dell’Orto Botanico dell’Università di Palermo.
Dopo le prime due mostre dedicate alla coppia di artisti Allora & Calzadilla e, successivamente a Katinka Bock, il terzo appuntamento
espositivo nella project-room al Calidarium, a cura di Valentina Bruschi e Ignazio Mortellaro con il coordinamento artistico di Vittorio
Rappa, è una personale dell’artista tedesco Björn Braun, che ha pensato ad un allestimento delle sue opere espressamente per questo
particolare luogo espositivo. Le opere di Braun spesso sono il risultato di “collaborazioni”, dove l’artista lavora insieme alla natura, soprattutto
con gli uccellini ma anche con api e topi, trasformando i resti delle loro attività - nidi, tane, uova abbandonate e piume - in sculture. Il processo
creativo è parte fondamentale del lavoro e l’opera d’arte risultante è spesso determinata dal caso. Le forme che l’artista predispone per il suo
lavoro spesso ricordano l’estetica minimalista, rivista attraverso la sua predilezione per l’uso di materiali naturali umili, creando similitudini
vicine all’Arte Povera. Altri elementi importanti della sua ricerca sono l’ironia e l’alchimia di derivazione beuysiana, poiché l’artista spesso
mescola materiali organici (dopo averli mischiati, messi a bollire o cotti al forno) nelle sue forme scultoree.
In mostra le due diverse forme di collaborazione con la natura messe in pratica dall’artista: nel video, Untitled (2012) dove ha documentato la realizzazione delle sue sculturenidi, costruiti da fringuelli usando oggetti forniti dall’artista. Il video riproduce lo scambio: Braun fornisce le fibre una ad una ad un fringuello che accetta (o rifiuta) le offerte. Braun aveva cercato di costruirsi i nidi, ma si rese conto che gli uccelli erano molto più abili. Così ha deciso di allevare un paio di fringuelli zebrati e li ha fatti costruire i nidi, concependo il lavoro come una collaborazione. Le sculture-colonne invece presentano le impronte lasciate dalle varie forme di denti e morsi (di animali diversi e dell’artista stesso) nella materia solo parzialmente consumata. Impronte che sono normalmente appena notate, perché scompaiono con le mele, patate, pane e pannocchie nello stomaco dei loro consumatori. L’artista distrugge ogni illusione di immediatezza dei materiali naturali sgranocchiati che vengono tradotti in cemento polimerico o calcestruzzo industriale e assemblati per formare alte colonne. Le trame che emergono sulle mele, pannocchie e pane di Braun seguono illustrano la varietà dei segni come nell’antica concezione delle colonne che narravano una storia e, in questo caso, l’attività dell’artista e dei suoi collaboratori.